Benvenuti a Degrado (ex Ravenna)

Mi domando, ironicamente s’intende, se oltre allo “sport più edificante” della città, ovvero quello di creare nuovi spazi per l’apertura di supermercati o centri commerciali, si voglia fare qualcosa per risolvere vecchi problemi che attanagliano la città, prima che le si debba cambiare nome: da Ravenna a Degrado.



Per carità: Degrado ricorda il nome di antiche e affascinanti città Sovietiche, ma non è certo questo il momento di lasciarsi guidare da antiche simpatie che guardano verso est.


Girando per Ravenna però, il sospetto che si voglia proseguire sulla via di “Degrado” è consistente e le prime avvisaglie si sono viste quando, per risolvere il problema degli asfalti bucati dalle radici, si è trovata come soluzione pratica e ingegneristica, un limite di velocità e un avviso di porre attenzione per via del “Degrado da radici”.


Il problema delle radici che bucano gli asfalti è stato risolto? No, ma ormai i cittadini lo sanno e continuano a rompere ammortizzatori e a farsi venire il mal di schiena ad ogni singolo sobbalzo e buca, contenti perché comunque avvisati da un “sobrio cartello” (come da foto esplicativa in calce al presente scritto) che li avvisa del disagio.


È vero: a volte una cura sposta solo il problema da un’altra parte.


Così, dichiarando brillantemente risolto il problema di avvallamenti, voragini e radici, mi chiedo quale nuovo cartello inventeremo, quando ci renderemo conto che siamo diventati (anche grazie alla raccolta dell’immondizia porta a porta), una città sozzona e piena di ratti?

Degrado da topi?


Da quando c’è questo tipo di raccolta infatti (utile per carità), il problema dei topi sta diventando serio.

E dichiarare che questi roditori (esclusi quelli a fumetti) siano animali poco sani con cui avere a che fare, credo sia di un ovvietà magistrale.

Naturalmente non ho la bacchetta magica e non sono in grado di risolvere un problema così grande, ma che la città sia diventata  più sporca è un dato di fatto altrettanto ovvio.


Certo: è un dato di fatto anche che l’amministrazione si stia impegnando su molti fronti, compreso quello del ripristino di alcune importanti  arterie stradali che però, grazie a questi eterni lavori, riversano  e aggravano lo stato di alcune strade “minori” che si ritrovano a dover subire un eccesso di traffico che non solo va a peggiorare la viabilità, ma anche la qualità dell’aria.

È un cane che si morde la coda…

Ah già, pare ci sia anche qualche lupo che allarma i cittadini, in zona ospedale, ma di sanità  è meglio non parlare perché a volte è meglio finire “in bocca al lupo”.


Però ecco: nella nostra situazione, se un automobilista resta fermo in panne su una strada, trova sicuramente un supermercato dove potersi rinfrancare e non morire di inedia.

È un bel vantaggio!


Riassumendo: non siamo solo la città delle rotonde, delle buche, della viabilità raccontata brillantemente dal nostro “Giacobazzi”, ma stiamo diventando anche la città dei supermercati, della sporcizia dell’erba perennemente alta e mal tagliata e dei topi che infestano, per ora solo le strade più periferiche, ma che presto invaderanno anche altri luoghi più centrali.

La città del traffico, dei lupi e di chissà quanti altri problemi.

E per favore, preghiamo che non arrivi un invasione di cavallette che credo manchi solo quella.


Sono certo che l’amministrazione stia facendo “miracoli” visto quel che lo Stato, versa alle misere casse comunali.

Anche durante l’alluvione, si è visto chiaramente chi ha messo cuore e impegno e la nostra amministrazione, di sicuro, ha fatto più di quello che era nelle sue facoltà e possibilità. Direi anzi che, in quella triste occasione, è stato lo Stato, scusate il gioco di parole, a non essere troppo presente e a complicare le soluzioni.

Permettetemi, in tal senso, di citare un verso di Giovanni Lindo Ferretti:  “Chi è stato è stato e chi è Stato non è. Chi c’è c’è, chi non c’è non c’è”.


Qui però non è questione di colore politico.

Non c’entra essere di destra o di sinistra. 

Il fatto è che, i problemi di una città, vanno risolti cambiando anche marcia qualunque colore sia al governo della città.


Di sicuro: slogan e cartelli, non risolvono i problemi.

I problemi si risolvono sporcandosi le mani laddove necessario.

E questo cambio di marcia, mi si permetta di dirlo, sta diventando assai urgente perché, vorrei ricordarlo, abbiamo la fortuna di vivere  in una delle città più belle del mondo: viviamo nella città che conta i più bei monumenti e strepitosi ed esclusivi mosaici, una città  di grande valore storico e culturale.


Riempiamoci (e lo dico al plurale proprio perché non si debba solo rinfacciare all’amministrazione la colpa delle cose) di senso civico, di buona educazione, di rispetto per chi vive e visita la nostra città, anche solo da turista.

Si cambi la marcia prima che il degrado prenda il sopravvento e soprattutto prima che qualcuno possa dire “io l’avevo detto”.


Ci si impegni, anche con la forza delle idee e delle soluzioni pratiche che vadano in aiuto  alla politica, ma qualcosa si faccia prima che si debba cambiare il nome alla città: voglio vivere a Ravenna io,  non a Degrado.

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