I morti sul lavoro

Le morti sul lavoro mi fanno arrabbiare di brutto, ma quello che mi fa incazzare ancora di più è che si permetta a persone di una certa età di perdere la vita sul lavoro.

Non è solo una questione di mero utilizzo dei mezzi di protezione o meno, ma è anche questione di stanchezza di sfruttamento e della totale (o quasi) perdita di potere delle organizzazioni sindacali che nulla (o quasi) hanno fatto sul fronte delle politiche di pensionamento. Guardo le età delle ultime vittime, un uomo di (quasi) 71 anni,  uno di 59, uno di 62 e ancora, nell’incidente alla centrale elettrica, un uomo di 73 anni e uno di 68 d uno 59 e mi chiedo perché, gente di quell’età, si debba trovare ancora a fare lavori fisicamente provanti. 

La lista, ahimè, è lunga e i sindacati di fronte alle modifiche e agli allungamenti delle età pensionabili, siamo sinceri, hanno calato le braghe e detto sissignore.

Se è vero che l’età si è allungata, è anche vero che posticipare l’età dei pensionamenti è un rischio che va valutato, perché non tutti i lavori sono uguali. Non serve solo vigilare sul corretto utilizzo dei cosiddetti DPI, ma serve pensare che calare un uomo di 71 anni dentro una fognatura, o dentro una miniera, o in luoghi di difficile accesso è pura follia. Così come è pura follia pensare che un uomo di quell’età possa ancora “appendersi” ad un impalcatura di un cantiere di costruzioni come se fosse un diciottenne. Bisogna considerare che un uomo o una donna che ha iniziato a lavorare a diciotto/vent’anni, quando raggiunge i 40 di lavoro è stanco e non ha più le energie di un tempo che cala

Il tempo di attenzione e l’avanzare dell’età e le patologie, segnano il corpo.

Inoltre va considerato che spesso queste persone anziane sono sottoinquadrate, sottopagate… sotto sotto sotto, in un silenzio sindacale quasi imbarazzante. Mancano i soldi per le pensioni, ma mancano anche i turnover che nessuna azienda rispetta davvero.

Ma il discorso è lungo e complesso. Il problema è che nel 2024 si debbano piangere ancora così tante vittime: e questa è una vergogna a mio avviso insanabile.

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