Io, l’orso, il Trentino e i boicottaggi
Premessa breve (Ma solo la premessa, perché poi, il pippone sarà assai lungo): sono pro orsi, daini, cerbiatti, ma anche pro canederli, frutti e fragoline di bosco.
Detto questo, seppur io riesca a comprendere i motivi dei vari “movimenti di boicottaggio” non capisco perché “escludere” dalle esperienze della propria vita, la storia e la cultura di una intera popolazione “rea” di aver scelto (scelleratamente?) determinati rappresentanti politici.
Ora: in primo luogo, bisognerebbe tenere in conto che il “partito” di coloro che hanno scelto di non votare e quindi di NON scegliere un qualsiasi rappresentante politico, ha superato il 50% della popolazione e già questo è un segnale poco confortante, ma il restante cinquanta ha fatto scelte diverse votando sicuramente a “spruzzo” e altrettanto sicuramente anche a organo riproduttivo di cane, ma questa è la democrazia.
Democrazia che ha fatto si che qualche rappresentante, magari non dotato di illuminata ragione, sia stato eletto…magari proprio in regione.
Certo: è giusto protestare, laddove questi rappresentanti sbaglino, ma a mio avviso è fallace boicottare un intera regione che ha tra i suoi elettori un 50% di non votanti (che magari scelgono di non votare in segno di protesta contro la mancanza di serietà di coloro che si candidano), un 30% di votanti dai gusti discutibili e almeno un 20% di elettori dai gusti estremamente discutibili.
Già abbiamo “abbozzato” al boicottaggio della Turchia che ha scelto un capo di stato che ci è antipatico e quindi: mai più vacanze laggiù?
Certo che no: perché la Turchia ha una storia e luoghi e una cultura immensa che sarebbe un peccato sprecare, ma è solo un piccolo esempio.
Pure il Kenya ha rischiato il boicottaggio, qualche tempo fa quando Silvia Romano venne rapita in quelle terre.
Alcuni hanno boicottato anche la pandemia rifiutando mascherine e vaccini.
Per carità, lo ripeto: ho grande rispetto verso boicottaggi dettati da ragioni ideologiche, sia chiaro, ma ognuno senta di dover fare i conti con la propria coscienza, perché alla fine, non è mai consigliabile scagliare pietre se non si è sicuri di essere privi di peccato (aggiungo che comunque, scagliare pietre, è da considerarsi un comportamento a dir poco disdicevole).
Ora: boicottare il comportamento criminale di certi comportamenti sarà anche buona cosa, ma diamo un occhiata al mondo che avanza.
Ci sono guerre e sarebbe giusto boicottare chi vende armi e bombe… e non lo facciamo.
Ci sono paesi che limitano la libertà delle donne e dei bambini, un boicottaggio lo meriteranno no? Eppure: li ignoriamo perché tanto è così… da tempo immemore.
Eh no, troppo comodo: qui o si boicotta seriamente o scadiamo nel ridicolo.
Dunque arriviamo al punto: Boicottare la regione Trentino, che sta a casa nostra, per le scelte inqualificabili di un politico?
Si manifesti piuttosto contro “quel” politico. Gli si faccia capire che certe sue scelte nei confronti di un orso, sono sbagliate perché come spesso accade, gli orsi sono orsi e gli uomini… dei “patacca”(detto alla romagnola e in modo papale).
Inutile dunque prendersela con le mele, le uve, con i dolci e con tutto quello che il Trentino può offrire.
Boicottare serve solo ad aumentare odio e malcostume.
Piuttosto servono atti di mobilitazione popolare che servano a far capire di essere in dissenso con certe politiche attuate in quella regione. Rispetterei molto di più, e magari applaudirei, manifestazioni spontanee di gente vestita da orso che si incatena ai palazzi del potere, ma boicottare una intera regione e i suoi prodotti o luoghi di villeggiatura, che per altro fa parte della nostra nazione, significa darsi la zappa sui piedi da soli.
Per carità, lungi da voler imporre quello che è un mio pensiero: ognuno è libero di boicottare chi gli pare e di manifestare al meglio il proprio pensiero e le proprie ragioni.
Il bello della libertà è proprio questo, che ancora (certo non sappiamo per quanto) siamo liberi di esprimere, discutere, dissentire, manifestare e anche boicottare.
Anche perché, diciamolo, boicottare il Trentino e rinunciare a canederli, speck e buon vino, a me non va giù.
In più se cominciassi a dover boicottare questa o quella regione perché ha esponenti politici che danno aria alla bocca o sono palesemente antipatici, sarei costretto a morire di fame e soprattutto costretto a rinchiudermi in casa e boicottare il resto del mondo o forse addirittura emigrare su un isola
deserta e francamente: rinchiudere il mio pensiero e il mio essere tra le mura domestiche non fa per me.
Al di là della politica e delle scelte (più o meno obbligate) dei nostri presunti rappresentanti, bisogna, a mio avviso, volgere lo sguardo al bello che il mondo può offrire e crescere apprezzando e imparando dalle differenti culture, che non significa accettarne i principi in muto silenzio, ma capire che ognuno di noi, probabilmente, ha qualcosa di buono da offrire e noi una quantità di cose meravigliose da imparare…
E comunque forza Orso sempre.
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