Treni persi e un piano alternativo


 A volte penso ai treni persi.

O a quelli non presi, magari causa sciopero…

Penso alle occasioni e all’immane fortuna (non in danaro: quello non c’è mai stato) che ho avuto per le mani e che in qualche modo ho lasciato andare per seguire chissà quale chimera.

Però tutto sommato, il mio, non è un bilancio totalmente negativo.

Ho fatto e faccio ciò che ho scelto e voluto.

Certo forse vivo nella città sbagliata e facendo un lavoro che non amo particolarmente, ma è stata comunque la strada più “comoda”.

L’ho scelta e non me ne pento, sia chiaro: ho lasciato un lavoro che amavo e ho scelto di vivere e lavorare dove sono nato e questo sicuramente ha facilitato non poco le cose, perché in un piccolo paese come il mio, ci si conosce un po’ tutti e una mano tesa la trovi sempre.

Ho scelto di restare a casa mia.

Con le mie comodità, le mie abitudini, le mie “fisse”…

In realtà, se ci penso, è stata la parte pigra di me a fare quelle scelte, perché l’altro me,a

quest’ora, sarebbe in giro per il mondo, magari vivendo di hotel in hotel, di ristorante in ristorante.

Non dico che farei ”l’influencer” perché non ne avrei le phisique du role, ma magari ne scriverei raccontando luoghi e leggende continuando a disegnare immagini e appuntando avventure sul mio quadernino ad anelle.

Perché i luoghi, le leggende, le curiosità e le storie di un popolo, sono a disposizione di tutti: basta saperle ascoltare.

E poi: viaggiando ci si può innamorare, non di una compagna (quello è un amore diverso), ma delle culture e delle arti, facendo “tue” quelle risorse che i diversi luoghi e popolazioni sono pronte a offrire.

E forse puoi trovarci pure la compagna…

Non fosse per la mia ossessione per le comodità, sarei stato un perfetto gitano.

Ho sangue caldo, ho passione e amo ascoltare coloro che hanno qualcosa da dire.

Sono uomo di pace e rispetto chiunque la pensi diversamente dal sottoscritto e non ho la presunzione di affermare di essere “dalla parte giusta”.

Io ascolto, magari, colgo cose, annoto leggende, fiabe e mi abbevero di quelle parole piene di saggezza e amore e intanto imparo…

Imparo che strappare le radici è difficile, ma che è anche difficile fare innesti di una pianta in terreni differenti e che per sopravvivere in una terra di cultura differente una pianta (o una persona) ha bisogno di amore, dedizione, ascolto, accoglienza, sorrisi e pazienza.

Forse in passato non sono stato così paziente e il mondo ha il torto di aver sempre trasmesso, ad una parte di me, un senso di fretta e urgenza, mentre ora (che l’età inizia un po’ a pesare) mi rendo conto che anche la vita in genere (piaceri compresi) vanno vissuti con la calma dei saggi.


Così in questi giorni ho imparato che devi avere un piano nella vita, o se non proprio un piano (che è così difficile da portarsi appresso), degli interessi e delle abitudini alternative che permettano al cervello di non spegnersi, ma nel contempo rallentare la corsa.

Anche l’amore, per goderlo appieno, va vissuto piano in fondo.

Però io per ora un piano non ce l’ho, vivo di speranze, di ricordi, di passato, ma ascolto il presente perché è lì che si nasconde il piano alternativo: nel presente!

Ed è da quel presente che si partirà (come direbbe Fabrizio De Andrè) in “direzione ostinata e contraria”.

Io sono pronto per accogliere ed ascoltare nuove storie e voi?

(immagini © Aventi diritto)

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