Accorgersi della fine... Accorgersi dell'inizio. (Buon anno: "messaggio alla Nazione)

Prendo spunto dall’ augurio di un amico che in quest’ultimo giorno dell’anno mi ha regalato il verbo “accorgere”. O meglio “accorgersi”.

Un augurio bello, sincero e gradito nell’ accezione da lui intesa che è quella più positiva che prevede lo stupore e il restare sorpresi.

Ed effettivamente ha una gran ragione perché è bello accorgersi e stupirsi del bello che arriva da lontano o dello stupirsi delle meraviglie che la vita offre ogni giorno. 

Certo: ci sono volte in cui siamo costretti ad “accorgerci” anche di fregature o a stupirci della poca serietà di certe persone e della stupidità di chi gioca con affetti e tempo altrui. 

Ci si stupisce e si resta attoniti davanti a chi, comportandosi a volte in modo incoerente, ferisce altre persone.

Ma il mio amico ha ragione comunque perché anche in questo caso, la cosa, non va vista negativamente, ma positivamente perché non ci si “accorge” solo del bene, ma anche del male e quest’ultimo, quando lo riconosci, lo si può evitare.

Per cui ringrazio il mio amico (e anche la sua saggia compagna) perché il suo augurio è molto molto saggio.

Saggio come era saggio quell’uomo che salì su una collina e discese da una montagna non sapendo che, chi avesse passato la notte su quell’altura, sarebbe divenuto pazzo o forse molto molto saggio.

Credo che la saggezza del verbo “accorgere” sia un ottimo seme da far germogliare nel nuovo anno.

Un anno che porterà novità, ostacoli, attimi di felicità, belle vibrazioni, buona e cattiva musica, ma che comunque sarà un nuovo anno in cui accorgersi che comunque tutto gira attorno all’amore che è una bella giostra da affrontare soprattutto quando in giro ce n’è così poco.

Così, mentre cerco di “accorgermi” del bello che offre la vita e di evitare “accorgendomi” per tempo delle fregature, auguro a lui e alla sua compagna tutto l’amore possibile.

Detto questo: qualcuno, su
facebook
(social che sono solito frequentare) mi ha “bacchettato” asserendo che non ho elencato i miei buoni propositi per il nuovo anno affidandomi ad uno scritto risalente a ben due anni fa: ebbene è vero: a fine anno bisognerebbe fare bilanci.

Il mio è stato un anno strano particolare: alcuni ostacoli si sono presentati sul cammino, ma il bilancio è in positivo, per usare un risultato calcistico direi: Daniele 3 Vita 1 

Ho ripreso a disegnare con più regolarità, ho letto 29 romanzi e se non fosse che nell’ultimo periodo si sono accumulati un po’ di guai, sarebbero stati parecchi di più. Ho perso chili e guadagnato in salute e alla fine penso che se non fosse per “i soliti guastafeste” che con pazienza certosina hanno guastato certe azioni, forse avrei potuto vincere l’anno con un risultato ben diverso, ma qui si torna al l’augurio dell’amico: “magari se mi accorgo” l’anno prossimo, il “campionato” lo vinco di brutto brutto brutto.

Bene: spero così di avere accontentato anche chi mi chiedeva quali erano i miei buoni propositi.

Chiudo questo “messaggio alla nazione” regalandovi anch’io una parola: “bene”!

Che quel “bene” (e benessere) arrivi nelle vostre case nel suo significato più bello e che quel “bene” possa cancellare tutti i guai passati e aiuti a superare gli ostacoli che verranno dal nuovo anno. 

Quindi non vi auguro un semplice buon anno, ma un Bene anno.

Con affetto sempre vostro

Daniele Tarlazzi


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