Come si costruisce la pace?


Come si costruisce la pace?

Non ho una risposta in realtà, ma credo si possa partire dalle parole e dai fatti.

Sicuramente non si costruisce la pace  lasciando morire persone per mare, armando uomini ed eserciti e non certo incitando all’odio o non puntando il dito su presunte differenze culturali ideologiche o di genere o  perché tanto gli altri non si integrano: Non ne sono capaci.

E noi? Noi saremmo capaci di integrarci in una cultura differente dalla nostra? 

Suvvia, siate sinceri e non fate finta di essere tolleranti dall’alto del vostro trono.

La risposta semplicemente è no.

No, perché per nostra fortuna, noi, non dobbiamo scappare da una vita avversa.

No, perché (per ora) nessuno minaccia la nostra libertà di pensiero e parola.

No, perché siamo talmente egoisti da non voler dividere quel poco benessere che abbiamo e che ci resta.

Siamo gelosi delle nostre piccole fortune e forse è anche giusto, perché la fortuna si conquista con fatica e non è certo facile mantenerla.

E dire che per ottenere quelle piccole libertà, quelle piccole fortune, abbiamo combattuto, abbiamo perso vite, abbiamo lottato perché i diritti fossero di tutti e per tutti, solo che ce ne siamo dimenticati perché, guadagnando benessere e libertà, abbiamo perduto anche i nostri obiettivi. 

Ci arroghiamo il diritto di decidere chi può e chi non può essere salvato perché “non si può salvare tutto e tutti” e così pensando creiamo ulteriori divisioni, ulteriori differenze che creeranno a loro volta nuovo astio, nuovo rancore… nuove differenze.

Noi siamo quelli che alla fine, scagliano la prima pietra.

L’uguaglianza, quella vera: non quella a cui  fingiamo di credere mettendo i più chiari davanti e i più scuri di dietro, è l’unica cosa che ci può salvare.

In fondo, la musica insegna: bastano sette note per abbattere muri, per aprire mondi, sorrisi, danze e per comprendere altre culture. 

E se bastano sette note, figuriamoci cosa potremmo fare utilizzando migliaia di parole.

In fondo, come per le note, di parole ne basterebbero sette per creare il miracolo: amore, inclusione, uguaglianza, pace, diritti, cultura e bellezza.

Provate a mischiarle allontanando sentimenti di odio guerra e rabbia: vedrete quanta melodia sia contenuta in esse.

E la cosa bella è che non serve urlarle, per sentirne il suono. Basta sussurrarle per sentirle suonare, magari in coro.

E la cosa bella è che, quelle sette parole, sono fantastiche, non solo pronunciate in italiano, ma in tutte le lingue del mondo, dialetti compresi. 

E per giunta sono gratis.

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