Telefoniaaa, telefoniaaa ogni giorno stressi la vita miaaa
Trovo insopportabile il telemarketing, ma ahimè è una realtà lavorativa importante e tutti hanno diritto, lo sancisce anche la nostra costituzione, a fare il proprio lavoro con professionalità, cortesia, garbo ed educazione.
C’è qualche “però” da considerare:
Se alla proposta contrattuale rispondo “no grazie”, a mio avviso si dovrebbe salutare e chiudere la comunicazione, non si dovrebbe insistere alzando il tono della voce per far sentire a tutto il call center e agli uffici vicini, che io, proprio io, che non ho un soldo da sbattere con l’altro, sono uno che “non vuole risparmiare”.
Però io vi capisco, credetemi, vendere contratti via telefono è snervante perché c’è chi, come me, risponde con cortesia e chi invece vi manda a quel paese senza tanti complimenti (soprattutto dopo la quinta chiamata giornaliera per proporre lo stesso tipo di fornitore o contratto).
Ora, oltre alla vendita telefonica di beni energetici, contratti televisivi, richieste di adesione a questo o quell’operatore telefonico, si sono aggiunti operatori di web trading e venditori di presunte azioni Amazon (se avessi i soldi, comunque, chiederei alla mia banca di acquistarle e non firmerei nulla con il primo che si “palesa” al telefono), ma non divaghiamo e andiamo avanti.
Telefonata su telefonata si possono raggiungere diverse decine di chiamate ogni giorno a cui dover rispondere e, se la produttività degli addetti al call center cresce, sicuramente diminuisce la mia.
E poi: mai una persona che ti dica: “starei ore a venderle contratti, la sua voce mi emoziona, mi fa impazzire” e invece… sticazzi: Non voglio risparmiare punto e basta!
Inoltre, recentemente, in aggiunta a tutte le categorie merceologiche di cui sopra, si sono aggregati alla truppa: venditori di olio, di vini e soprattutto ”pusher” di caffeina.
Ora, come spiegare (dopo venti telefonate di proposte contrattuali) ad un venditore di caffè, che la sua bevanda rende un filino nervosi?
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