Dedicato ad Asra Panahi

 
Sentire le grida e non poter fare nulla perché troppo lontane.

Guardare morire persone in stupide guerre, perché ammettiamolo: le guerre sono sempre stupide.
Essere costretti a veder subire violenze su donne e bambine che manifestano per poter indossare (o non indossare) quello che pare a loro.
Il mio cuore si squarcia ogni volta che leggo di qualche bombardamento e soffro per chi è vittima di violenze o discriminazione razziale.
È un dolore forte intenso, difficile da spiegare.
In fondo non respiriamo tutti la stessa aria?

La politica in questo, spende parole (spesso parlando ad un paese che vive di sola pancia), ma non aiuta e se lo fa, lo fa poco e male.

Non dico sbagliando, perché i concetti non sono mai sbagliati, ma che lo faccia poco e male è ahimè un dato di fatto.
A poco servono le parole di religiosi, filosofi e saggi  che professano pensieri di pace e uguaglianza, perché i religiosi, filosofi e saggi  sono sempre meno e sempre poco ascoltati e le loro parole interpretate a piacimento e spesso rivoltate come frittate da media e social network.
Ci si libera la coscienza sostenendo, a volte, associazioni, movimenti e ONLUS che fanno quel che possono, ma sono sempre troppo spesso ignorate da chi potrebbe essere più attento alle loro testimonianze (oltretutto sono sempre in pochi a donare qualcosa).
Poi certo: anche nel mondo delle associazioni, dei movimenti e delle ONLUS c’è qualche disonesto e allora ecco: i sostegni diminuiscono e vengono meno  perché si: fare beneficenza libera la coscienza, ma non farla… beh “voglio ben sapere dove vanno i miei soldi quindi… me li tengo”.
È questione di fiducia: una fiducia che non c’è perché il “prossimo tuo” meglio lasciarlo in disparte…e che se occupi qualcun’altro.
E intanto: crescono le guerre e i bombardamenti, aumentano le violenze, la povertà, il divario sociale, l’odio per il “diverso” che poi così diverso non è…
In realtà, non possiamo fare molto (e questo è vero), ma almeno potremmo provare a non girare la testa dall’altra parte per non vedere e magari tornare a scandalizzarci laddove ci venga chiesto di comportarci, vestirci e pensare allo stesso modo di chi governa? Magari si potrebbe tornare a lottare per le idee e non per una poltrona, magari si potrebbe tornare ad aiutare chi non ce la fa più a coltivare da solo il proprio orto.
In fondo in due la fatica è minore.
Forse si potrebbe, ma “forse” mette già in dubbio una volontà.
E allora si torna nel silenzio, nel fingersi egoisti perché tanto queste cose capitano ad altri e non certo a noi, ma… se un giorno capitasse anche a noi?
Lungi da me affermare che pochi possano cambiare un mondo malato, ma trovare quanto meno il modo di parlarne, di ragionarne e di accogliere le idee (e non solo quelle) con apertura mentale e non con preclusioni o pregiudizi.
Le parole sono importanti e non vanno ridotte solo ad un “loro”, ma ad un “noi” perché un “noi” può essere grande o forse immenso.
Le parole, i pensieri, l’arte  sono il veicolo giusto per la conoscenza e le parole sono gratis, così come le idee… potremmo approfittarne non credete?

Testo di Daniele Tarlazzi

Dedicato ad Asra Panahi: morta di “infarto” a 16 anni per non aver cantato un inno - 

foto da web © Aventi Diritto 

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